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Gruppi di Lavoro |
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ATTIVITA' SVOLTA DAL
GRUPPO DI LAVORO PER
L'INFORMATIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE DEL C.A.I. E REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO
COLLETTIVO
Una prima tappa importante è
stata la realizzazione del catalogo on-line della Biblioteca nazionale,
oggi consultabile a partire dal sito web del CAI ; il passo successivo,
dovrebbe prevedere l’arricchimento di questa base-dati con i record
catalografici di alcune biblioteche sezionali. Un elemento importante da
tenere in considerazione riguarda il fatto che i cataloghi di alcune fra
le più importanti biblioteche sezionali fanno già parte di Opac
territoriali o aderiscono a SBN (es. sez. di Milano e SAT di Trento) e
che pertanto non potranno far parte della base-dati C.A.I..
Il problema principale è dunque raccordare le realtà catalografiche
eterogenee delle biblioteche sezionali, per offrire ai fruitori remoti
un’unica base dati interrogabile via internet.
Data l’importanza dell’obiettivo è necessario maturare una scelta
duratura e equilibrata con un buon rapporto costi-benefici.
Al tal fine si può prevedere l’utilizzo di un software che possa essere
utilizzato per la catalogazione on line, da parte delle varie
biblioteche, sia come browser per l’interrogazione dei cataloghi di
quelle biblioteche che “risiedono” presso altri sistemi bibliotecari. Ma
non solo: questo progetto dovrebbe considerare la possibilità di
comprendere nel catalogo collettivo tutti i beni culturali del Club
alpino italiano (audiovisivi, materiali cartografici, raccolte museali,
opere grafiche) e disponibile ad accettare archivi bibliografici e
documentari di altri enti ed associazioni.
Si è quindi provveduto ad una verifica delle funzionalità del software
idoneo alla gestione di tale catalogo e sono state esaminate le
possibili soluzioni tecniche e le proposte commerciali di alcune ditte
specializzate, anche attraverso specifiche dimostrazioni pratiche.
L’utilizzo di tali software prevede due modalità: l’acquisto delle
licenze d’uso (e conseguente canone di manutenzione annuale) oppure è
possibile attivare la modalità di gestione in ASP (application server
provider), che prevede il “noleggio” delle macchine e del software
presso la ditta che fornisce tale servizio. Ovviamente i dati rimangono
di proprietà del CAI, anche se risiedono su macchina remota ed a carico
della ditta esterna sono tutte le manutenzioni e la sorveglianza della
funzionalità h. 24.
Una soluzione che, almeno sulla carta, si presenta con caratteristiche
di professionalità medio-alta comporterebbe una previsione di spesa
annua, per quanto riguarda la gestione in ASP, compresa fra i 12.000 ed
i 15.000 euro, ed una spesa iniziale di impianto (che consiste
essenzialmente in conversioni dati) di circa 7-9.000 euro. Per
l’acquisto delle licenze si può prevedere una spesa iniziale di circa
20/23.000 euro + i costi di manutenzione annuale, piuttosto variabili da
ditta a ditta, ma che non dovrebbero essere inferiori a circa 4.000
euro. I costi di acquisto per alcuni software sono inferiori alla cifra
indicata ma si hanno maggiori oneri per quanto riguarda le manutenzione
annuali. Tali costi possono essere oggetto di ulteriori trattative e di
eventuali sconti.
E’ quindi evidente che l’impiego di tali importi sarebbe tanto più
giustificati quanto più si riuscirebbe a coinvolgere, come si diceva
all’inizio, vaste raccolte documentarie di biblioteche, cineteca,
raccolte fotografiche, cartografiche, manifesti, oggetti museali ecc.
Terminata la fase di ricerca e documentazione sui programmi più idonei
da parte del gruppo di lavoro BiblioCAI, la Sede centrale deve ora di
valutare l’impegno economico da destinare a tale progetto, in rapporto
al servizio che si offrirebbe alla collettività dei soci Cai, di tutti
gli appassionati di montagna, studenti, giornalisti e ricercatori. Da
considerare anche la maggiore visibilità che il Cai ne ricaverebbe e
all’attenzione che potrebbe suscitare per il proprio straordinario
patrimonio culturale, con il conseguente beneficio di reperire eventuali
fondi da altri enti pubblici o imprese private da destinare alla
conservazione e all’incremento del patrimonio stesso.
Recentemente è stata sondata anche la possibilità di inserire la
base-dati Cai all’interno di un consolidato sistema bibliotecario, come
quello di una Regione o di una Università e sono stati quindi avviati
alcuni contatti del tutto informali e preliminari, ma potrebbe essere
anche
questa una strada possibile, che avrebbe, probabilmente, il vantaggio di
un minore impegno
economico da parte del C.A.I.
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